Le tappe di una storia pluricentenaria

24 giugno 1859, la battaglia di Solferino …nell’Ospedale e nelle Chiese di Castiglione sono stati depositati, fianco a fianco, uomini di ogni nazione. Francesi, Austriaci,Tedeschi e Slavi, provvisoriamente confusi nel fondo delle cappelle, non hanno la forza di muoversi nello stretto spazio che occupano. Giuramenti, bestemmie che nessuna espressione può rendere. Risuonano sotto le volte dei santuari. Mi diceva qualcuno di questi infelici: “Ci abbandonano, ci lasciano morire miseramente, eppure noi ci siamo battuti bene!”. Malgrado le fatiche che hanno sopportato, malgrado le notti insonni, essi non riposano e, nella loro sventura, implorano il soccorso dei medici e si rotolano disperati nelle convulsioni che termineranno con il tetano e la morte…

da”Un souvenir de Solferino” di Henry Dunant, 1859

15 giugno 1864: il primo “Comitato dell’Associazione Italiana per il soccorso ai feriti ed ai malati in guerra” si costituisce a Milano ad opera del Comitato Medico Milanese dell’Associazione Medica Italiana, due mesi prima della firma della Convenzione di Ginevra, sotto la presidenza del dottor Cesare Castiglioni. Il Presidente, due mesi dopo la costituzione del Comitato, viene chiamato a Ginevra, insieme ad altri delegati italiani, per esporre quanto fatto a Milano e cosa pensa di fare in avvenire in favore dei feriti e dei malati in guerra.

22 agosto 1864: l’Italia sottoscrive la Convenzione di Ginevra.

11 dicembre 1864: si tiene, a Milano, un congresso in cui si approva il regolamento del Comitato di Milano come Comitato Centrale per il coordinamento delle attività dei costituendi nuovi comitati.

20 giugno 1866: l’Italia dichiara guerra all’Austria e le prime quattro “squadriglie” di volontari partono alla volta di Custoza. Da allora la C.R.I. è sempre presente e attiva nei conflitti che vedono impegnata l’Italia, sino alla II guerra mondiale. Ma l’impegno non si limita alle situazioni di guerra: negli ultimi 150 anni l’Associazione si occupa della lotta alla tubercolosi e alla malaria, crea stazioni, ambulatori e ambulanze antimalariche nelle Paludi Pontine, in Sicilia e in Sardegna, interviene in occasione dell’alluvione del Polesine nel 1951, per la frana di Sarno nel 1998.

La storia del Comitato di Susa – ODV

Le origini della Croce Rossa Italiana a Susa risalgono al 1881 come Sottocomitato locale, dipendente dalla Circoscrizione di Torino. Primo Presidente del Consiglio Direttivo fu l’avv. Felice CHIAPUSSO, Deputato al Parlamento e Vice Presidente il dott. Gustavo COUVERT.
Esisteva anche una Sezione Femminile con a capo la sig.ra Elvira RICHARD-VAZONE. Contava 92 socie; questo Comitato locale si ridusse a 3 socie nel 1907, ma non venne soppresso e il dott. COUVERT, venne nominato “Delegato Comunale”.
Degli anni 1914/1915 non si hanno notizie, né sulla sorte del dott. COUVERT né su quella del Comitato di Susa.
Nel 1916, con l’entrata in guerra dell’Italia, il Comitato, nel frattempo “promosso” Comitato di Distretto, conta ben 299 soci. Il Presidente è il Cav. Luigi Telmon.
Dopo il 1920 si perde nuovamente ogni traccia tanto che l’assistenza sanitaria, in occasione della gara automobilistica “Susa/Moncenisio” del 1926, viene prestata dalla squadra di Pronto Soccorso del Comitato di Torino.

La Croce Rossa Italiana rinasce a Susa nel dicembre 1998 ad opera di un gruppo di circa 25 volontari, dal quel momento è in atto un costante sviluppo.
Nel periodo 1998-2013 la Croce Rossa Italiana opera nella sua veste di Ente Pubblico Non Economico, a seguito del D.lgs 178/2012 muta la sua natura giuridica in ente di diritto privato trasformadosi in Associazione di Promozione Sociale e, a seguito dell’introduzione della c.d. “Riforma del Terzo Settore” in Organizzazione di Volontariato”.

Della presenza della Croce Rossa Italiana a Susa si ha traccia nell’edizione n° 2 – Luglio 1881 del “Bollettino dell’Associazione Italiana della Croce Rossa in soccorso ai malati e feriti in guerra”; tra i sottocomitati del Comitato Provinciale di Torino figura infatti la Città di Susa.

Qui è consultabile copia del Bollettino, gentilmente concesso dalla Biblioteca “Paolo Baffi” della Banca d’Italia.