Da alcuni mesi si è consolidata un’importante collaborazione tra il Comitato CRI di Susa e l’Istituto Tecnico Industriale “E. Ferrari” nell’ambito del programma di alternanza scuola/lavoro che ha permesso di ospitare oltre dieci studenti in formazione e per l’inclusione di una ventina di ragazzi destinatari di provvedimenti di sospensione; a questi ultimi è stata data la possibilità di frequentare questo periodo presso la Croce Rossa essendo inclusi in una realtà di volontariato attiva in ambito sociale a favore della collettività.
E’ proprio da tre di questi ragazzi, al termine della loro esperienza, che è giunta questa lettera:

“Siamo alcuni ragazzi dell’IIS Ferrari di Susa, ci chiamiamo Edoardo, Luca e Klajdi e abbiamo pensato di scrivere queste poche righe perché desideriamo esprimere dal più profondo del cuore il nostro grazie alla Croce Rossa di Susa e ai suoi Volontari e Dipendenti per l’attenzione e la sensibilità che hanno messo nelle giornate in cui si sono relazionati con noi, quest’esperienza l’abbiamo iniziata con molta diffidenza, quasi obbligati, visto che doveva essere una specie di punizione seguita ad una decisione della nostra scuola per aiutarci a riflettere riguardo ad un comportamento poco adeguato nell’ambiente scolastico che ha portato noi e altri studenti ad avere più giorni di sospensione.
Essere utili agli altri ci ha fatto sentire importanti e osservare questi ragazzi, poco più grandi di noi, prodigarsi prontamente e con grande umanità ha fatto un grande bene alla nostra vita e speriamo anche alle persone che ogni giorno frequentiamo; vedere la sofferenza non può lasciare insensibile, anche chi come noi vive senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni ed è per questo che vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno condiviso questi giorni con noi. In mente abbiamo tanti nomi e tanti volti che in questo breve periodo ci hanno fatto del bene, ma per evitare di dimenticarne qualcuno abbiamo deciso di non farli.
Ognuno di noi, grazie a voi ha sicuramente nel proprio cuore un momento di quei giorni che lo ha reso particolarmente felice e la speranza è di ricominciare ad essere migliori nei rapporti con gli altri, anche con i nostri insegnanti, verso i quali spesso manchiamo di rispetto.
Grazie, amici della Croce Rossa per l’aiuto, la comprensione e la pazienza che ci avete dato, magari un giorno saremo con voi non per scontare una punizione ma perché avremo scelto di far parte della vostra grande e meravigliosa famiglia”.

“Quando ci proposero di coadiuvare la scuola ci siamo sentiti un po’ persi. Per noi il volontariato è un orgoglio; immaginare che un adolescente lo avesse potuto vivere come una punizione ci toglieva quei pochi punti di riferimento su cui poggiava la nostra piccola realtà di Croce Rossa. Ci siamo arrovellati su come meglio procedere, su come strutturane l’attività, su come controllarne il comportamento poi abbiamo allentato un po’ la presa e ci siamo limitati a mostrarci per quello che realmente eravamo. La Croce Rossa ci unisce nella condivisione di 7 Principi senza distinzioni di sesso, colore della pelle, religione, orientamento politico e ci mette nella condizione di esprimere la nostra motivazione nel metterci al servizio delle persone più fragili” racconta Fabio Giammetta, il tutor degli studenti sospesi presso il Comitato segusino della CRI, che aggiunge “ci limitiamo a seguire qualche piccola regola a rispetto dell’ordine e della responsabilità che amministriamo detto questo restiamo delle persone che, di tanto in tanto, indossano nella loro normalità una divisa. Forse i ragazzi ci immaginavano in altro modo; hanno chiuso gli occhi e riaprendoli hanno trovato un panorama diverso da quello che ipotizzavano. Detto questo vorrei ringraziarli perché ci hanno dato la possibilità di farci conoscere e perché ci hanno contagiato con la loro energia”.
Nell’auspicarsi che nel prossimo futuro Edoardo, Luca e Klajdi così come tutti gli altri ragazzi coinvolti nel progetto possano diventare a tutti gli effetti dei Volontari di Croce Rossa la Presidente del Comitato CRI di Susa Elisa Bardotti ricorda che “ognuno di loro ha una divisa CRI ad attenderli. Dovranno studiare e meritarsela ma ad ogni modo è li ad aspettarli;  spesso le situazioni che viviamo ci portano a percorrere strade tortuose dalla destinazione ignota. Puoi provare a prevederne la meta, fare riferimento a qualche cartello, tentare di scorgerne il traguardo …. poi arrivi, ti guardi intorno e ti trovi in un posto che non eri riuscito ad immaginare”.